Un libro difficilmente reperibile (“Sotto due bandiere. Da artigliere imperiale a Legionario ceco” di Triska Jan F.) narra le vicende di un prigioniero di guerra austro-ungarico che dall’Italia, attraverso diversi campi di prigionia, ritorna nella sua natìa Cecoslovacchia per unirsi alle file dei Legionari cechi. Nel suo avvicinarsi al confine italo-austriaco, Triska passò anche in uno dei due campi di prigionia situati a Camponogara.

Il libro

Il libro “Sotto due Bandiere” che ha dato il via alla ricerca

Fu attraverso una casuale chiacchierata avvenuta con l’appassionato di storia locale Brusegan Beniamino che venni a conoscenza dell’esistenza di questi due siti. Se il primo e più grande campo di prigionia si trova oggi ubicato grossomodo nell’area del vivaio tra Via 4 Novembre e Via delle Mure, del secondo se ne sono quasi perse le tracce.

Dico quasi perché il sito, già localizzato in un campo nel periodo 1918-1921 (periodo in cui fu attivo), è individuabile soprattutto attraverso le fotografie aeree scattate nei mesi estivi sul territorio di Camponogara, nei pressi dell’attuale ippodromo.
Un’uscita improvvisata e soprattutto l’analisi delle fotografie aeree scattate tra il 2002 ed il 2016 mi ha permesso di effettuare una sorta di rapido survey conoscitivo della zona.
N.B. il survey si esegue a vista, i dati sono desunti da ciò che affiora dal terreno. Nessun oggetto è stato raccolto.

L'area del campo individuata dalle foto satellitari. Foto modificata da A. Donadel

L’area del campo individuata dalle foto satellitari. Foto modificata da A. Donadel 2013

I risultati ottenuti furono i seguenti:
– lati da 150 m;
– area di 38.000 m quadrati;
– presenza di una suddivisione interna del campo in 8 aree di cui 3 maggiori a sud e 5 minori a nord;
– presenza di tracce di fossato lungo tutto il perimetro;
– sporadico materiale d’epoca affiorante (laterizi, vetri, metalli, calcestruzzo).

Il campo era di notevoli dimensioni. Concordando con il nostro citato detenuto, esso era un campo di solo passaggio in cui i prigionieri sostavano per brevi periodi (prima del trasferimento) o tornavano per dormire essendo impiegati come braccianti nei campi di tutta l’a zona (fino a Piove di Sacco, Dolo, Fossò e Mira).
La suddivisione in aree non è ben chiara. Di mio propenderei ad ipotizzare una separazione tra malati, ufficiali e truppa.

Resti di laterizi emergenti dal terreno disidratato, tra le piante. Foto di A. Donadel

Resti di laterizi emergenti dal terreno disidratato, tra le piante. Foto di A. Donadel 2013

Le zone più ampie, come lascerebbero supporre i frammenti di laterizi di fattura grossolana databili all’inizio del secolo ed i frammenti di vetro da finestra (spessore di ca. 2 mm, non isolante), dovevano ospitare alcune baracche. La povertà dei materiali fa pensare a muretti perimetrali realizzati in mattoni e blocchi di calcestruzzo non armato su cui venivano innalzate delle strutture lignee, verosimilmente in tavolato.
I rari metalli individuati dal margine del campo (chiodi ed una non meglio identificata e raggrumata placca di ferro) si potrebbero riferire alle strutture abitative. Tuttavia è bene segnalare che il Sig. Brusegan mi informò del ritrovamento di un Kappenabzeichen (distintivo da berretto austriaco) che confermava quantomeno il passaggio di prigionieri di guerra in quella zona. Il perimetro del campo doveva essere protetto da pali in calcestruzzo su cui si impostava il filo spinato.

Ad oggi, il tema dei prigionieri di guerra austro-ungheresi è noto solo in sei ulteriori contesti: alcuni ricoverati presso la Villa Pisani di Stra (ex Ospedale da campo n. 057) e ben 15 decessi registrati, la tomba comune presente nel cimitero di Mestre contenente i resti di 220 caduti della duplice monarchia, la tomba comune presente nel cimitero della città di Padova (in cui tuttavia non è noto il numero di caduti) le notizie riferite al campo di prigionia di Cappelletta di Noale, una foto in nostro possesso che attualmente non ci è possibile pubblicare e la presenza dei resti di 10 soldati imperial-regi oggi tumulati nell’ossario comunale di Camponogara sito a Prozzolo.

La tomba comune dei prigionieri di guerra austro-ungarici nel cimitero di Mestre. Foto di A. Donadel 2014.

La tomba comune dei prigionieri di guerra austro-ungarici nel cimitero di Mestre. Foto di A. Donadel 2014.

L’ultimo contesto, noto solo dal 18 dicembre 2015, riguarda il rinvenimento di una moneta austro-ungarica (sembra 2 Filler ungheresi) effettuato dal sig. Penazzo Gioacchino nei campi situati tra Saonara e Vigonovo. Per quanto non sia possibile affermare che tale moneta facesse parte del patrimonio di un prigioniero di guerra, è comunque interessante notare la sua presenza ben al di là del confine dell’epoca.

Esemplare di moneta da 2 Fille austro-ungarici simile a quella rinvenuta dal sig. Penazzo.

Esemplare di moneta da 2 Fille austro-ungarici simile a quella rinvenuta dal sig. Penazzo.

Speriamo tuttavia di poter dare maggiori contributi a questa interessante ricerca, magari a partire da questa riflessione archeologica.

Per le informazioni riferite al campo di prigionia di Cappelletta di Naole si può leggere un interessante articolo apparso sul blog: http://camillopavan.blogspot.it/2010/05/intervista-marco-girotto-campaner.html; le immagini del campo di prigionia sito presso l’ippodromo di Camponogara sono visibili su Google Earth, aiutandosi con le diverse sequenze temporali.

Alberto Donadel