Il lato oscuro dello sbarco sulla Luna. Wernher von Braun, Peenemunde, Mittelbau-Dora

20 luglio 1969: il sogno dell’intera umanità di mettere il primo piede sulla Luna diventa realtà. Un’impresa straordinaria che oltre a decretare “un grande passo per l’umanità” segna un punto a favore degli Stati Uniti nel confronto della corsa allo spazio con l’Unione Sovietica.
Una lotta partita da lontano e che inizia in Germania perché l’autore di questo successo nasce proprio nel cuore dell’Europa: Wernher con Braun. Figura intelligente ma allo stesso tempo accusato di essere un criminale di guerra.

WERNHER VON BRAUN: I NATALI

Von Braun nasce in una famiglia aristocratica nel 1913 in una città che oggi appartiene alla Polonia ma che prima della guerra mondiale era tedesca. Nel 1919 parte del territorio del Reich passa in mano alla nuova nazione polacca e migliaia di tedeschi emigrano verso ovest. Tra questi anche i von Braun, trasferitisi a Berlino. Il giovane Wernher viene inviato a studiare nelle migliori scuole e università della nuova Germania. Dopo esser stato a Weimar, la capitale della Repubblica postbellica, ritorna a Berlino per frequentare l’università. Sin da bambino von Braun si appassiona molto alle teorie che avrebbero portato qualche anno più tardi alla conquista dello spazio e, quindi, allo sviluppo di tecnologie per raggiungerlo. Diventa da subito uno dei principali studiosi sui razzi, tanto che riesce egli stesso a produrne qualche esemplare.

PEENEMUNDE E VON BRAUN NAZISTA

La scienza si incrocia con la politica e in questo caso con la grande storia: la debole repubblica di Weimar crolla quando il passo al Partito Nazionalsocialista di Adolf Hitler prende il potere nel 1933 assumendo, dopo la morte del Presidente della Repubblica von Hindenburg, pieni poteri assoluti. Il piano del nuovo governo è quello di riarmare la Germania stracciando i vincoli militari imposti dal Trattato di Versailles del 1919. Ma un capitolo era stato escluso dal trattato, quello legato allo sviluppo di razzi a uso militare. E quindi è ovvia l’attenzione rivolta dal nuovo Reich verso questo campo di ricerca. Von Braun diventa uno degli scienziati di spicco.
La voglia del Führer di sviluppare questa scienza arriva con costruzione della base di Peenemunde, porto sul Baltico ma cittadina tranquilla e ideale per svolgere al meglio le ricerche. In questa base i nazisti produrranno gli strumenti di propulsione per aerei da caccia e a reazione della Luftwaffe.
Von Braun era famoso, un barone; ma il partito nazista gli suggerisce di fare un passo in più perché una delle menti più acute del Reich non poteva permettersi di non essere iscritto al partito nazista. Nel 1937 quindi viene “invitato” a iscriversi; e nel 1940, a guerra appena cominciata, diventa ufficiale delle SS, arrivando a ricoprire addirittura il grado di Maggiore nel 1943.
Le ricerche condotte dal barone von Braun e dal suo staff arrivano gradualmente a concludersi e l’acuto finale è il lancio dei famosi missili V2, fatti volare nel cielo di Londra e, di conseguenza, esplodere sulla città, all’inizio del settembre 1944. Inizia una nuova fase di terrore per gli inglesi, che si vedono piovere improvvisamente dei missili capaci di provocare gravi distruzioni. Il Führer pensa di avere in mano un’arma capace di capovolgere il destino della guerra, ma il V2 è ancora un progetto con diverse lacune tanto che molti esploderanno in cielo prima di arrivare all’obiettivo o avranno problemi ancora prima del lancio.
Per von Braun si tratta comunque di una vittoria importante, ma non riuscirà ad assaporarla appieno: il suo sogno era quello di portare l’uomo nello spazio, a mettere il piede sulla Luna e, perché no, anche su Marte. Una visione che non piaceva al nazismo, più concentrata a vincere la guerra ormai perduta. Nel marzo del 1944 von Braun viene arrestato dalla Gestapo per cimini contro lo stato con l’accusa di distrarre le sue conoscenze militari per la fantasiosa conquista dello spazio. Albert Speer e il direttore di Peenemunde, Walter Dornberger, riescono a ottenerne la scarcerazione per via del suo importante contributo in favore della macchina bellica.

IL MASSACRO DEL CAMPO DI MITTELBAU-DORA

Il lato più brutale, orribile, nella rincorsa alla costruzione dei missili a reazione e che macchierà indelebilmente la vita di von Braun sta nello sfruttamento dei prigionieri, in particolare dell’Europa Orientale, rinchiusi nel campo di concentramento di Mittelbau-Dora, in Turingia. Qui i prigionieri, alcuni dei quali provenienti da Buchenwald, erano costretti a lavorare forzatamente e in condizioni disumane come schiavi. Prima per costruire nel cuore della montagna dell’Harz i tunnel per la produzione dei missili e poi, la produzione stessa delle armi. Internet ci consegna diverse testimonianze sulla tragedia di Mittelbau-Dora, ma solo qualche fonte si azzarda a dare una cifra ufficiale sulle vittime. Wikipedia riporta la morte di 12 mila unità, anche se alla fine per varie altre cause si conteranno 20 mila morti, tra questi anche quelli provocati dal bombardamento da parte degli inglesi all’inizio dell’aprile 1945.

https://www.facebook.com/raistoria/videos/mittelbau-dora-lultimo-campo-di-concentramento-costruito-dai-nazististasera-alle/10155280499282565/

https://www.avvenire.it/agora/pagine/dora

Von Braun era stato considerato uno dei responsabili di questa tragedia, uno dei diversi criminali di guerra che sarebbe dovuto finire davanti alla Corte di Norimberga del 1946. Ma la ragion di stato (americana) e l’inizio della Guerra Fredda portava il barone a scampare al processo assieme a tanti altri suoi colleghi. Nella primavera del 1945 Peenemunde sta per essere presa dai russi. Piuttosto che cadere nelle loro mani, assieme ad altri del suo staff decide di percorrere la Germania e farsi arrestare dagli americani, consegnando loro anche i progetti originali.

LA CARRIERA IN AMERICA E LO SBARCO SULLA LUNA

In pochi mesi gli artefici degli studi di Peenemunde vengono trasferiti in America grazie all’operazione segreta Paperclip. La Guerra Fredda era cominciata ufficialmente dal momento in cui i sovietici avevano issato la bandiera con la falce e il martello sul Reichstag e con essa partiva anche la corsa allo spazio. Il vantaggio di Mosca era soprattutto materiale grazie al bottino di guerra fatto in strumenti e di parte dei razzi di proprietà tedesca; gli americani vantavano di avere il principale progettista dei missili ma il tutto doveva essere progettato quasi da zero. Von Braun inizia a lavorare in un clima non facile: non solo ambientale, visto il passato da ex nazista, ma anche per la sfida interna tra il dipartimento dedicato allo sviluppo delle armi balistiche, in cui lavorava lo scienziato tedesco, e la Marina Militare, che stava lavorando a un suo progetto parallelo. Questo “derby” non fa altro che portare i russi ad assumere un vantaggio importante e a lanciare Sputnik I, il primo satellite nello spazio: è il 1957.
Il Presidente Eisenhower non accetta lo smacco: da un lato chiede ai suoi scienziati un’accelerazione sulla produzione del satellite, dando allo scienziato tedesco e alla sua agenzia l’ordine di proseguire come principale punto di riferimento in materia – e l’ordine viene esaudito con la spedizione nello spazio di Explorer I nel gennaio 1958 – e dall’altro porta a fondare la NASA, di cui von Braun sarà il primo direttore nel 1960. Quello che avviene dopo – la ricerca e la progettazione di navicelle spaziali capaci di trasportare uomini nello spazio dando loro la possibilità di mettere piede sulla Luna – è storia ricordata da tutti in questi giorni legati alle celebrazioni dei cinquant’anni dall’allunaggio.

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