La VII edizione dei Gagliardetti della Memoria si è tenuta a Santa Maria di Sala il 9 ottobre 2022.
Anche quest’anno sono stati ricordati reduci e caduti riconducibili alle due guerre mondiali e alle missioni di pace all’estero; numerose le fotografie presentate al pubblico, frutto di un’accurata ricerca negli archivi privati e momenti molto sentiti tra i quali, ricordiamo, la presenza dei reduci Arienti Illario (cl. 1922) e Braga Sergio (cl. 1927).

PRIMA GUERRA MONDIALE

LANDO FELICE

Felice Lando fu uno dei combattenti più anziani perché nacque nel 1881 a Campolongo Maggiore.
Venne mobilitato già nel 1915 in un battaglione di Milizia Territoriale a protezione del territorio del Piave.
Nell’autunno 1917, venne inviato a Brescia alla scuola per Mitraglieri Fiat e dopo l’addestramento aggregato alla 675^ compagnia che raggiunse il fronte macedone per combattere contro Bulgaria e Austria. La compagnia presidiò il Dente di Velusina e il Colle di Ostrec.
Colpito da malaria, il 12 ottobre 1918 venne ricoverato all’ospedale 33 di Ponte Drasciovizza, Valona, dove morì lasciando la moglie Maria Giuseppina e cinque figli.

BORGATO AURELIO

Nato a Mira nella zona di via Molinella, al confine con Pianiga nel 1897.
Iscritto alla terza categoria in quanto figlio di madre vedova, fu mobilitato nel settembre 1916 e inviato al deposito del 79° Reggimento Fanteria, Brigata Roma.
Dopo un periodo di addestramento a Verona, verso la metà del febbraio 1917 fu aggregato al reggimento gemello, l’80°, restando comunque più defilato rispetto alle operazioni di prima linea.
Il reggimento combatté l’XI battaglia dell’Isonzo per la conquista della Bainsizza. È qui che venne colto dall’offensiva austroungarica di Caporetto: dopo un giorno di resistenza, ottenne l’ordine di ritirarsi attraverso Cividale, Codroipo e Sacile e ritirandosi al di là del Piave fino a riorganizzarsi a Piacenza.
Nominato Zappatore il 28 novembre 1917, partecipò alla controffensiva italiana sul Piave il 20 giugno 1918 nella zona di Meolo. Nel corso della battaglia finale, Borgato e la Roma combatterono sul Monte Pertica. Venne congedato nel maggio 1920.

LAZZARINI GIOVANNI MARIO

Nato a Mira il 26 Maggio 1898 era figlio di Antonio e di Leandri Luigina.
Chiamato alle armi il 1° marzo 1917 fu inviato al deposito del 2° Reggimento Artiglieria Pesante Campale e da qui a distanza di venti giorni presso la scuola dei Bombardieri del Re a Susegana.
Nel giugno 1918 combatté la Battaglia del Solstizio durante la quale riportò numerose ferite a causa di schegge di granata nemica.
Fu successivamente assegnato al deposito munizioni fino alla fine del conflitto e fu congedato il 27 Febbraio 1920.
Fu autorizzato a fregiarsi della medaglia Commemorativa della guerra 1915-1918 e anni più tardi anche di quella di Cavaliere di Vittorio Veneto.

GIANTIN ARTURO ANTONIO

Nato a Camponogara il 2 maggio 1896 figlio di Luigi e Varotto Carolina era possidente terriero.
Chiamato alle armi il 21 novembre 1915 fu assegnato alla 6^ Compagnia Automobilisti e giunse in territorio dichiarato di guerra il 5 dicembre 1915. Negli anni seguenti fu spostato in vari Autoparchi del Fronte italiano (da Varese a Roma) come autiere.
Inviato in congedo illimitato il 13 dicembre 1919, nel 1971 fu nominato Cavaliere di Vittorio Veneto.

MENEGAZZO GIOVANNI BATTISTA

Giovane falegname classe 1894, originario di Camponogara, a dicembre 1915 era nel Padovano, a disposizione del 57° Fanteria, Brigata Abruzzi.
Partecipò a numerose operazioni di guerra: nel 1916 alla Sesta battaglia dell’Isonzo combattendo nel settore di Oslavia e arrivando a est di Gorizia; nel 1917 alla Decima Battaglia dell’Isonzo per la conquista della linea di Grazigna e alla fine di agosto alla XI Battaglia sfondando in Bainsizza.
Dopo Caporetto il reggimento partecipò alle battaglie d’arresto sul Col della Berretta e, nel giugno 1918, sul Col Moschin.
Terminò la guerra tra Valle di San Lorenzo e Col Caprile liberando Castel Tesino.
Partecipò anche alla guerra di Liberazione tra il 1944 e il 1945.

POLO GIACOMO

Nacque a Liettoli di Campolongo Maggiore nel 1891 da famiglia contadina.
A luglio 1916 fu aggregato all’80° Reggimento, Brigata Roma, in fase di riorganizzazione dopo le gravi perdite subite nel corso delle battaglie degli Altipiani.
Il battesimo del fuoco lo ebbe il 7 ottobre negli scontri di Monte Majo.
Dopo aver chiuso l’anno in Val Posina tra prima linea e retrovia, il 7 marzo 1917 Polo venne aggregato alla seconda compagnia del 254° Fanteria, reggimento della neonata Brigata Porto Maurizio.
Combatté la XI battaglia dell’Isonzo nella zona a est di Gorizia, sulla collina 174 ma qui venne catturato dal nemico e rinchiuso nel campo di prigionia di Sigmundsherberg, in Austria da cui fu rilasciato nell’agosto 1919.

SECONDA GUERRA MONDIALE

GENTILE SARTORI (M.A.V.M.)

Classe 1921. Originario di Salzano fu chiamato alle armi il primo ottobre 1940 e successivamente incorporato presso il 32° Deposito Carristi di Verona. Il 29 luglio del 1941 raggiunse Tripoli con la Divisione Ariete. Nel mese di novembre dello stesso anno, in seno al neocostituito 132° Reggimento Carristi e dopo l’assegnazione all’8° Battaglione Carri M, partecipò, in qualità di pilota di carri armati tipo M, a tutti gli eventi bellici avvenuti da quel momento in poi in Africa Settentrionale.
In particolare, il 27 maggio 1942, partecipò con il suo Reggimento alla vittoriosa battaglia di Rughet el Atsch e ricevette la Medaglia d’Argento al Valor Militare sul campo di battaglia, unitamente alla Croce di Ferro Tedesca di Seconda Classe per il coraggio dimostrato in combattimento.
Dal 20 giugno 1942 il 132 ° Reggimento riuscì a conquistare gran parte della Cirenaica, incalzando gli Inglesi fino in Egitto ed impegnandoli in importanti combattimenti. Inizialmente i piccoli carri italiani riuscirono a tenere testa all’avanzata nemica, ma la soverchiante forza avversaria riuscì ad avere il sopravvento nel mese di novembre del 1942 con il noto e funesto epilogo di El Alamein.
Sartori, tuttavia non accettò di arrendersi e tentò una lunga e difficile ritirata. Fatto prigioniero dalle truppe americane cinque mesi più tardi, venne trasferito negli Stati Uniti d’America per scontare tre anni di prigionia che terminarono il 20 marzo 1946.

MOTIVAZIONE MEDAGLIA

Sartori Gentile di Severino e di Zardo Anna, da Salzano (Mestre), classe 1921. Caporal Maggiore del 132° carrista “Ariete”. Pilota di carro M, in una azione contro una posizione nemica fortemente organizzata, avuto il capocarro ferito continuava nella sua azione; accortosi che il proprio comandante di compagnia aveva avuto il carro immobilizzato e da terra continuava ad incitare i suoi all’attacco, lo avvicinava e con lui marciava alla testa del reparto fino al raggiungimento della vittoria. Magnifico esempio di coraggio e spirito di sacrificio. Rughet El Atsch – Bir Hacheim (A.S.). 27 Maggio 1942”.

ARIENTI ILLARIO (presente!)

Nato a Mira il 23 maggio 1922, ha partecipato alla Seconda Guerra Mondiale nella Regia Aeronautica.
Fu chiamato alle armi il 6 giugno 1942 e inviato all’aeroporto di San Pietro in Gorizia, 165° magazzino, 2^ compagnia reclute, per ricevere le prime istruzioni.
Dopo aver trascorso un mese all’Aeroporto di Sant’Andrea – Venezia, il 24 settembre fu trasferito in Grecia, all’aeroporto di Preveza, tra le isole di Cefalonia e Corfù.
Il 9 settembre 1943, il giorno dopo la comunicazione dell’armistizio dell’Italia, l’aeroporto fu circondato dai tedeschi e Illario venne trasportato come prigioniero negli Stalag tedeschi per quasi due anni, venendo liberato dalle truppe alleate il 15 aprile 1945. Rimpatriò qualche mese dopo, il 18 agosto 1945.

CESARE FURLANETTO

Classe 1912, nato a Grisolera, ora Eraclea fu chiamato alle armi nel 1940 e fu assegnato al 25° Reggimento Fanteria “BERGAMO”.
Inviato sul fronte jugoslavo, venne poi incorporato, nel 1943, nel 341° Reggimento Fanteria “MODENA” e imbarcato per l’isola di Creta dove svolse attività di difesa costiera fino all’armistizio.
Catturato dai Tedeschi dopo l’8 settembre del 1943 per aver detto “no” all’arruolamento da parte delle forze militari nazifasciste, venne trasferito prima ad Atene e poi in Germania.
Dopo aver conosciuto vari campi di lavoro forzato, in qualità di Internato Militare Italiano, giunse allo STALAG IV G, vicino alla città di Lipsia, dove svolse compiti di assemblaggio di componenti per aerei da guerra prodotti dalla Erla Werke. La liberazione arrivò il 18 aprile 1945
Durante la prigionia Cesare, noncurante dei rischi, tenne una sorta di diario quasi quotidiano delle vicende personali, oltre a riportare annotazioni dei fatti più importanti vissuti da testimone oculare all’interno dello Stalag. Questo diario ora è diventato un libro grazie al nipote Stefano.

RAGAZZO DAVIDE

Nato a Limena classe 1917 figlio di Leolindo e Nardin Maria.
Dopo il servizio militare effettuato nel 1937, venne richiamato alle armi l’11 giugno 1940 ed inquadrato presso il 12° Raggruppamento Artiglieria.
Partecipò dal 18 novembre 1942 al 27 luglio 1943, con i compagni dell’8° Gruppo Contraerea, alle operazioni di guerra svoltesi nello scacchiere mediterraneo, in particolare in Sicilia, con attività di difesa costiera. Nello stesso giorno del mese di luglio 1943 venne catturato dalle forze armate alleate. Scontò la sua prigionia in Gran Bretagna, nel campo di concentramento e di lavoro n. 30.
Fece ritorno in Italia il 4 Aprile 1946.

DESTRO ERNESTO

Nato a Ponte di Brenta il 13 ottobre 1912 era marmista e mosaicista di professione.
Venne assegnato alla difesa antiaerea come fotoelettricista ed operò dapprima a Napoli ed in seguito a Milano.
Nel 1942 riuscì ad evitare che il fratello quindicenne venisse chiamato all’addestramento rischiando, per questo suo intervento, la fucilazione.
Trasferito sul fronte jugoslavo, operò in Albania e in Croazia.
Nei giorni successivi all’8 settembre 1943 venne catturato dai tedeschi e deportato in un Stammlager (Stalag), campo di prigionia, ubicato non lontano da Düsseldorf, dove lavorò come manovale/muratore coatto.
Prossimo alla liberazione del campo da parte degli americani, avvertito da un soldato tedesco divenuto suo amico, riuscì con altri due conterranei a scappare durante un allarme aereo. Durante la rocambolesca fuga, insieme ai suoi compagni, trovò ospitalità presso una signora tedesca che li accolse e sfamò.

CELIN ANTONIO

Nativo di Noventa Padovana, classe 1921, figlio di Valentino e di Lazzaro Regina.
Fu chiamato alle armi il Primo febbraio 1942 inizialmente nel 50° Reggimento Fanteria e poi assegnato al 313° Reggimento Fanteria “Pinerolo”.
Giunse sul fronte greco-albanese il 6 Maggio 1942 con compiti di presidio e di contro guerriglia.
Il 9 Settembre 1943 mentre si trovava ancora in territorio greco, venne catturato da truppe tedesche e detenuto in un capo di prigionia in territorio germanico dove lavorò come calzolaio fino al 28 luglio 1945 e rientrò in Italia un mese più tardi tra i famigliari che lo credevano morto in prigionia.

RESISTENZA E ITALIA REPUBBLICANA

BALLAN EUGENIO BRUNO (M.A.V.M.)

Nato a S. Angelo di Sala il 4 maggio 1922, lavorò come meccanico ai Cantieri Navali Breda.
Fu richiamato nel 1942 nell’artiglieria divisionale 32° Reggimento come marconista.
Nel maggio 1943 fu inviato al 135° Reggimento Artiglieria Divisione Corazzata “Ariete” e ricevette il congedo un mese dopo, perché i cantieri Breda lo indicarono come operaio per loro indispensabile.
Nel febbraio 1944 dopo essere stato richiamato, cercò invano di espatriare in Svizzera.
Fu inquadrato come partigiano (soprannome Barba) nel Sesto Battaglione Sparviero della Brigata Garibaldi operando in numerose azioni di guerriglia (Battaglia del Parauro, assalto alla caserma di Scaltenigo).
Arrestato nel luglio 1944 venne liberato dall’intervento di un gruppo di partigiani, fu poi arrestato nel gennaio 1945 ma riuscì a fuggire e si nascose fino ad aprile quando comandò alcune azioni.
Nel 1952 fu insignito della Medaglia d’Argento al valor militare come valoroso combattente della lotta di Liberazione

MOTIVAZIONE DELLA MEDAGLIA

«Nel combattimento della lotta di Liberazione segnalato per iniziativa e per coraggio più volte dimostrati nel corso di numerose azioni a fuoco, si distingueva particolarmente nel combattimento di Zeminiana (…) Al comando della sua compagnia attaccato da forze dieci volte superiori impartiva ai suoi uomini disposizioni e resisteva bravamente per più ore, seriamente ferito manteneva intrepido il suo posto di comando e di combattimento. Subiva perdite, ben più gravi ne infliggeva al nemico che dopo sei ore di fuoco desisteva dalla lotta sgombrando il campo.»  Zeminiana di Massanzago, Padova. 1954

PETRIN FRANCESCO

Nato a Caselle de’ Ruffi, frazione del Comune di Santa Maria di Sala il 28 novembre 1906 conseguì la maturità classica e frequentò l’Università Gregoriana a Roma.
Richiamato nel 1940 fu destinato come soldato al magazzino dell’ospedale militare Stuparich di Trieste e congedato dopo sette mesi.
Fin dal 1936 fu più volte perquisito, picchiato e arrestato e l’11 novembre 1941 gli fu inflitta la pena di due anni di sorveglianza speciale. Il 6 gennaio del ’45 fu ferito in un tentativo di cattura da parte delle Brigate Nere di Dolo.
Fu fondatore e responsabile della società antifascista Libertas e dopo l’8 settembre iniziò la sua opera di partigiano occupandosi della protezione ai prigionieri alleati ed agli ebrei e per questo ricevette la Croce al Merito di Guerra per attività partigiana.
Ribadì, da partigiano, di non aver permesso devastazioni inconsulte e, da Sindaco di Pianiga dopo la Liberazione, di non aver permesso vendette indiscriminate.

BRAGA SERGIO (presente!)

Nato a Bassano del Grappa nel 1927 si trasferì ancora bambino a Dolo andando a vivere in via Comunetto nel 1940.
Fece parte della 1^ Compagnia Rubin, inquadrata nella Brigata Brenta e legata al Partito d’Azione.
Nel corso del conflitto mondiale conservò in casa armi e munizioni clandestine e venne considerato un personaggio sospetto e imprigionato nel carcere di Dolo.
Fu costretto a estrarre dalle macerie delle case padovane le vittime dei bombardamenti alleati e le bombe farfalle ancora sparse per la città.
Negli ultimi giorni di guerra coordinò gli uomini della Brenta in operazioni di propaganda antifascista, trasporto di armi e di controllo del ponte del Serraglio.
Nel corso dell’ultimo giorno di guerra, venne portato via dai tedeschi; liberato qualche ora dopo a Cazzago entrò in paese a bordo di un carro armato britannico.

SMAGGIATO VITTORIO

Nato a Fossò il 3 aprile 1913 figlio di Romolo e Martellato Giuseppina.
Fu richiamato nel 1941 e inquadrato nella 49^ Legione Camicie Nere del Battaglione San Marco.
Sbarcato a Durazzo il 10 aprile 1941 operò alla frontiera albanese-yugoslava e fu promosso sergente per meriti di guerra il 3 aprile 1943 a Mostar (Yugoslavia).
Fatto prigioniero a Ragusa, operò come lavoratore per i tedeschi nella costruzione di capisaldi e linee ferroviarie a Ragusa e Mostar, ma dal 20 febbraio 1944 passò alla Resistenza con la 2^ Brigata Dalmata e da agosto/settembre con la Divisione Garibaldi sino al rimpatrio a Taranto il 12 marzo 1945.

PIASENTIN ANGELO

Nato nel 1876 fu più volte consigliere comunale e assessore a Dolo per il Partito Socialista nel 1911-1912, sindaco per un breve periodo nel 1913.
Data l’età avanzata non partecipò alla guerra ma fu sempre attivo nella Resistenza e inquadrato fin dal 1943 nella Brigata Fasolato, tanto che fondò a Dolo il CLN – Comitato di Liberazione Nazionale e ne fu nominato componente per il partito socialista.
Essendo Dolo il capofila del Mandamento, Angelo Piasentin divenne importante come punto di riferimento per l’intera Riviera del Brenta.
Nominato sindaco al momento della Liberazione, fu rieletto dopo le successive libere elezioni del marzo 1946 quando i socialisti ottennero il 50% dei consensi.
Nel corso del suo mandato da Sindaco dovette affrontare le tante spinose questioni economiche e sociali dei primi anni del dopoguerra.

MISSIONI DI PACE ALL’ESTERO E CADUTI IN TEMPO DI PACE

FRASSON CARLO e LICORI SANDRO

CARLO FRASSON nato a Mirano il 5 marzo 1951 e SANDRO LICORI nato a Mirano il 24 ottobre 1951 scelsero entrambi di svolgere il servizio di leva militare come Paracadutisti della Brigata Folgore.
Dopo aver ottenuto l’abilitazione all’aviolancio presso la Scuola Militare di Paracadutismo di Pisa, vennero inviati a Livorno per ottenere il brevetto militare di paracadutista e completare il servizio di leva presso una delle caserme operative.
Entrambi persero la vita in addestramento il 9 novembre 1971.

Dal libro “Tragedia della Meloria, gli angeli dimenticati” di Pietro Aldo Lamberto.

Nell’ambito dell’operazione di addestramento congiunta con le aviotruppe britanniche denominata “Cold Stream” il 9 novembre 1971 un gruppo di nove aerei da trasporto truppe C130 Hercules doveva lanciare dei paracadutisti sopra Villacidro, in Sardegna. Gli aerei, i cui numeri erano scritti a mano con il gesso e da qui il nome identificativo di ogni velivolo come “Gesso” ed un numero progressivo, erano preceduti da un velivolo ricognitore, identificato come “Gesso 1”, il quale era di pattuglia per la sicurezza del lancio del Battaglione Sabotatori.

A causa delle cattive condizioni meteo l’operazione di decollo dall’Aeroporto San Giusto di Pisa ebbe diversi ritardi e addirittura due velivoli, “Gesso 9” e “Gesso 10”, non riuscirono a decollare.

Sull’aereo “Gesso 4” i 46 militari del 2° scaglione di leva del 1971 della 6^ Compagnia “Draghi” e i 6 membri dell’equipaggio non arrivarono mai a destinazione perché il loro aereo, per cause non chiarite e comunque ancora coperte da segreto militare, si inabissò nella zona della Meloria, al largo di Livorno.