La VI edizione dei Gagliardetti della Memoria si è tenuta a Fossò il 24 novembre 2019.
Anche quest’anno sono stati ricordati reduci e caduti delle due guerre mondiali, tra i quali alcuni ex partigiani ed I.M.I. (Internati Militeri Italiani), ma anche un uomo ed una donna reduci dalle missioni di pace italiane all’estero.

PRIMA GUERRA MONDIALE

CALMASINI FRANCESCO
Caporal Maggiore artigliere marconista, 2° Reggimento d’artiglieria da Montagna, 16° Gruppo d’Artiglieria. Chiamato alle armi sul finire del 1915, nel maggio 1916 viene impegnato sull’Altopiano di Asiago, in Val Posina, Enego e sul Monte Cauriol. Nel corso del 1917 la batteria viene spostata più volte tra il fronte asiaghese e quello isontino. Partecipa alla XI battaglia dell’Isonzo e, dopo lo sfondamento di Caporetto, ripiega con i suoi fino a Pegognaga (FE), dove viene ricomposta l’unità. Nel 1918 la batteria viene inviata in Val Camonica e in aprile difende il Passo del Tonale. Nel corso della battaglia finale di Vittorio Veneto segue le truppe avanzanti lungo la strada Bolzano-Merano-Brennero, andando a far poi parte del contingente a gestione dei nuovi territori.

FURLANETTO ALESSANDRO
Classe 1882, originario di Sant’Angelo di Piove di Sacco ma residente a Fossò, dopo il primo periodo di leva va a lavorare in Germania per qualche tempo. Richiamato nel 1915, combatte inizialmente in Vallagarina (Zugna Torta-Adige); verso la fine dell’anno il reparto – Brigata “Mantova” viene trasferito da Avio (TN) a Lukatic (Carso). Nel novembre 1916 Alessandro riporta una ferita al capo causata dall’esplosione di una granata; trasportato all’ospedale della Croce Rossa al Lido di Venezia vi muore il 21 gennaio 1917 accudito dalla moglie Filomena Zin. Riposa nel Tempio del Lido di Venezia, recinto G n. 14/6.

FURLANETTO LUIGI
Fratello di Alessandro, nato a Fossò nel 1887, inizia la guerra nel maggio 1916. Due mesi dopo è con il 221° fanteria  a Santa Caterina, nell’area di Gorizia. Nel 1917 si trova a Brescia, alla scuola mitraglieri FIAT e verso la metà dell’anno è aggregato alla 1010^ compagnia mitraglieri. Dal 5 novembre 1917 risulta esonerato dal servizio militare poiché chiamato a prestare temporaneo servizio in imprese private atte alla fornitura di opere o materiali all’esercito italiano. Viene congedato nell’agosto 1919.

MERCANZIN UMBERTO
Classe 1889, nativo di Mira, con il 71° fanteria “Puglie” combatte in Val d’Astico e sul Monte Costoni, quindi Oslavia e sull’Altopiano di Asiago. Passato al 118° Reggimento “Padova” combatte sul Monte Corno, in Vallarsa e sul Pasubio. Il 14 maggio 1917 viene però denunciato per diserzione: era andato a trovare la moglie che aveva appena partorito una bambina, la terzogenita. Condannato all’ergastolo, nel luglio successivo sceglie volontariamente di entrare negli Arditi, motivo per cui viene riammesso in servizio. Partecipa quindi alla battaglia della Bainsizza e, dopo Caporetto, combatte sul Piave. Termina la guerra in Albania, sul settore della Vojussa. Muore il 30 dicembre 1920 a causa delle gravi ferite subite nei combattimenti sempre in prima linea.

VITTORIO MERCANZIN
Caporale, fratello di Umberto, nato a Mira nel 1892, fante dell’82° fanteria, prima di partire per la Libia nel 1913 partecipa al sostegno della popolazione di Messina colpita dal terremoto del 1908. Rientrato dal nord Africa nel giugno 1916, Viene inviato a combattere sul fronte dell’Isonzo.Caduto prigioniero il 25 ottobre 1917 sul Monte Nero, rientra in Italia nel novembre 1918.

RUFFATO SETTIMO BATTISTA
Caporale, nato a Dolo nel 1895, viene ferito dallo scoppio di una bomba a mano al braccio sinistro il 17 novembre 1916 mentre si trova sul Monte San Marco. Ritorna al fronte nel marzo 1917, sul Pasubio, per poi essere spostato sul fronte carsico partecipando alla controffensiva del giugno 1917 sul Flondar. E’ uno dei pochi superstiti dell’eroica difesa del Fajti nei giorni di Caporetto; salvatosi dall’accerchiamento, passa il Piave; all’inizio del 1918 combatte sull’Altopiano di Asiago. Viene dichiarato disperso il 9 giugno 1918.

STEFANI ANGELO
Nato nel 1882 a Roncade, svolge il servizio militare nell’11° Reggimento Bersaglieri. Chiamato a combattere verso la fine dell’ottobre 1915, è inviato sull’Isonzo alle dipendenze del 4° Bersaglieri, a presidio della zona di Most na Soci. Congelati gli arti inferiori, viene mandato in ospedale per le cure. Rientrato in prima linea nel gennaio 1916, sempre sul fronte isontino, nel corso di un combattimento viene sepolto vivo da una granata; sopravvissuto e recuperato, ci si accorge ben presto del trauma psicologico da lui riportato. Lasciata la zona di guerra il 30 gennaio 1916 per melanconia, è successivamente congedato in via definitiva. Inviato al manicomio di Crespano del Grappa, viene poi spostato in quello di Racconigi (CN), in quello di Treviso e infine in quello di San Nicolò di Siena, dove muore il 14 marzo 1919 per entrecolite.

SECONDA GUERRA MONDIALE

CELIN EUGENIO
Classe 1924 da Noventa Padovana. Viene assegnato alla Flak, la contraerea tedesca, ma nel luglio 1944 diserta e abbandona la postazione. Il 23 luglio il tribunale militare germanico di Villa Contarini a Piazzola sul Brenta determina la condanna a morte per fucilazione assieme ad altri tre sfortunati compagni. Portato la mattina seguente al Poligono di tiro di via Goito, viene condotto davanti al plotone d’esecuzione formato da ex commilitoni italiani che, stando ai testimoni, mancano appositamente il bersaglio oppure sparano solo per ferire i prigionieri. Celin e gli altri vengono ugualmente uccisi dall’ufficiale tedesco comandante il plotone.

CERCATO EGISTO
Nato a Stra nel 1917, è artiere della Regia Aeronautica a Campoformido. Passato al 1° reggimento Artieri Roma 1, con l’inizio della guerra viene assegnato alla Fanteria e il 1 marzo 1942, in procinto di partire per la Grecia, viene assegnato alla 4^ compagnia, 331° Fanteria, Reggimento Brennero, I Brigata, sottoposta alla Divisione Regina. Nell’ottobre 1942 parte per Rodi. L’8 settembre 1943 viene catturato dai tedeschi. Muore il 12 febbraio 1944 nell’affondamento del piroscafo prigionieri norvegese “Oria“, colto da una tempesta mentre naviga verso il Pireo. Sessant’anni dopo il nipote Simone vince la Medaglia di Bronzo olimpica nella staffetta 4×200 di nuoto.

DE PIERI SECONDO
Classe 1919, nato a Bigarello (MN). Chiamato in servizio nel 1941, è inviato a Napoli, nell’Artiglieria Contraerea; a novembre raggiunge il 2° Reggimento Contraerea in Africa settentrionale, partecipando  quindi a tutte le fasi della guerra in Africa del Nord fino alla drammatica ritirata nel deserto dopo la battaglia di El Alamein. Viene catturato il 20 maggio 1943 in Tunisia; imbarcato per gli Stati Uniti, vi resta fino al rimpatrio, datato aprile 1946.

GALESSO SILVIO
Classe 1920, viene chiamato al servizio di leva con un anno di anticipo perché allievo musicante. Con la 5a Divisione “Ravenna” combatte nei Balcani, in Albania e in Jugoslavia per operazioni di difesa costiera e lotta contro i partigiani. Promosso Caporal Maggiore nel 1942, agli inizi di agosto parte per la Russia con il CSIR (“Corpo di Spedizione Italiano in Russia“). In dicembre la “Ravenna” subisce il primo assalto dei russi ed il reparto ripiega sul Donez, con il compito di difendere i ponti. Sopravvissuto al ripiegamento, rientra in Italia nell’aprile 1943. Catturato dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943, viene inviato nei campi di Osnabrueck (Westfalia) e di Meppen. Ricoverato per polmonite nel lazzaretto del campo, viene rimpatriato e dimesso nel giugno 1944, rendendosi irreperibile. Muore a Dolo nel 2005.

GAMBA UMBERTO detto “BERTO”
Triestino, classe 1920, parte volontario nel 1941. Nel gennaio 1943 è arrivato al grado di Sottotenente e con l’8° battaglione Complementi Bis del 103° Alpini di Marcia combatte lungo il vecchio confine jugoslavo dove riceve l’encomio solenne per volere del Comando della 3^ Brigata Alpina. Dopo l’8 settembre 1943 entra nella Resistenza, operando nella missione alleata denominata “Margot-Hollis” per comunicare e rifornire di armi le formazioni partigiane in montagna. Per la divisione Nanetti organizza i ricevimenti di aviolanci da parte degli alleati in Cansiglio e in Val Natisone. Viene decorato con la Medaglia di Bronzo al Valor Militare con la seguente motivazione: “Classe 1920, tenente di Fanteria, partigiano combattente. Comandante di reparto all’atto dell’armistizio, rispondeva col fuoco alla intimidazione di resa fattagli dai tedeschi. Animava, poi, e guidava i suoi uomini nella lotta partigiana distinguendosi brillantemente in combattimento nell’alto Friuli, nella difesa della Val Natisone nello asservimento di importanti e difficili missioni. In ogni circostanza formula belle prove di decisione, di capacità e di valore. Zone di Udine e di Belluno, settembre 1943-aprile 1945”.

GARZARA ILIDIO detto “SGANCIA”
Classe 1923, nato a Fiesso d’Artico, Granatiere di Sardegna durante il servizio militare, dopo l’8 settembre 1943, assieme ad altri undici giovani fiessesi, parte dalla Riviera del Brenta e raggiunge la formazione partigiana dell’Alta Val di Chiampo. ll 5 giugno 1944 viene catturato da un gruppo di tedeschi assieme al compaesano Lionello Doni; portato al municipio di Arzignano, viene sottoposto a torture fisiche e morali; alla sera viene prelevato dai fascisti e unito al partigiano Mario Molon, trovando con lui la morte per fucilazione nel terrapieno di Calcara (VI). Nel 1989 viene insignito della Medaglia d’Argento al Valor Militare con la seguente motivazione: “Comandante distaccamento partigiano, catturato durante azione di sabotaggio contro autocolonne in transito nella zona. Sorpreso da soverchianti forze nemiche contro cui opponeva fiera resistenza fino all’esaurimento delle munizioni. […]. Catturato, torturato e condannato a morte, affrontava con serenità il plotone d’esecuzione”. Chiampo, Veneto, 5 giugno 1944.

GIRALDO SALVINO
Nato nel 1918 a Liettoli di Campolongo Maggiore, viene chiamato al servizio militare nel 1939 nei Cavalleggeri Alessandria, 14° reggimento, 4° squadrone, di stanza a Palmanova. Partecipa quindi alla guerra contro la Jugoslavia della primavera 1941. Nella primavera del 1943 Giraldo e i suoi commilitoni combattono ancora contro le forze partigiane nel settore di Segna, tra Fiume e Zara. Dopo l’8 settembre il Cavalleggeri Alessandria viene sciolto; Giraldo torna quindi a Liettoli, rimanendo nascosto e sfuggendo ai rastrellamenti tedeschi, fino alla liberazione della fine di aprile 1945.

LONGHIN ELISEO
Nato a Campagna Lupia nel 1917, svolge il servizio militare a partire dal 1938 come carrista. Verso la fine di aprile 1940 è imbarcato a Brindisi con il 32° Reggimento Carristi, 322^ brigata carri M/L. Raggiunta Massaua (Africa Orientale Italiana) è inquadrato nella 1a Compagnia speciale Carri con il grado di Caporale. Il 17 agosto 1940 rimane gravemente ferito a La Faruk e viene trasferito per le cure ad Harrar. Il 1 febbraio 1941 viene promosso Sergente e viene catturato il 22 maggio 1941, nel corso della controffensiva britannica; condotto in diversi campi di prigionia tra il Kenya, Larafuk e Sudafrica, ritorna in Italia il 31 gennaio 1947. Viene insignito di Croce di Guerra mentre si trova in prigionia con la seguente motivazione: “Pilota di carro M in un violento combattimento del reparto su un terreno impervio, si lanciava col proprio carro tentando di raggiungere un centro di armi automatiche, che arrestava l’azione delle fanterie. Ferito in numerose parti del viso, persisteva nel coraggioso tentativo finché il sangue delle ferite non gli toglieva ogni possibilità visiva. Chiaro esempio di abnegazione e di non comune sprezzo del pericolo” (La Faruk, 17 agosto 1940, concessione del 25 giugno 1941).

POLO PAOLINO
Classe 1920, di Campolongo Maggiore, è a Gradisca d’Isonzo, 11° Reggimento Bersaglieri, quando inizia la guerra contro la Jugoslavia. Il 17 novembre 1941 Polo viene ricoverato per la prima volta all’ospedale da campo 172 di Karlovac; tornato al fronte nel gennaio 1942, nel mese di aprile 1943 viene ricoverato per malaria. Dopo l’8 settembre 1943 risulta sbandato e si nasconde alle forze nazifasciste fino alla liberazione dell’aprile 1945.

TERRIN ANGELO ANTONIO
Classe 1917, Antonio nato a Fossò. All’inizio delle ostilità viene aggregato come Caporale alla Guardia di Frontiera, XXVI° settore di copertura, mobilitato lungo il confine orientale. Ma all’inizio di gennaio 1941 raggiunge Tirana. Combatte sul Lago di Ocrida, sul confine con l’attuale Macedonia e partecipa quindi alla controffensiva che porta all’invasione della Grecia. Dopo l’8 settembre 1943 scappa verso l’Italia ma viene catturato dai tedeschi alla stazione di Mestre. Non aderisce alla Repubblica Sociale e viene liberato dai russi nell’aprile 1945.

ZATTI BRUNO
Classe 1922, viene chiamato alle armi agli inizi del 1942. Era uno degli artiglieri della 1a Batteria del 3° Battaglione da 75/46, del 36° Gruppo Autocampale. Nel giugno dello stesso anno parte per la Russia e passa Minsk, Smolensk, il Dniepr e arriva a Rossosch, a 30 km dal Don, restando in retrovia. Nel dicembre 1942 prende parte alla perigliosa ritirata a piedi lungo la steppa russa, percorrendo in un mese 300 Km a piedi. Accerchiato assieme ai suoi compagni dai partigiani russi, viene rilasciato in cambio delle proprie armi. Dopo la Pasqua 1943 ritorna a Padova, nel 58° Fanteria; sbandato dopo l’8 settembre 1943, viene prelevato dai fascisti e rilasciato dopo aver fornito false generalità.

MISSIONI DI PACE ALL’ESTERO

BALDASSA FABIO
Entrato nel Reggimento Lagunari “Serenissima” nel dicembre 2000, partecipa a numerose missioni all’estero con il grado di Caporal Maggiore Scelto. Tra il maggio e il settembre 2004 è a Nassirya, in Iraq, partecipa alla missione Antica Babilonia e combatte la terza “battaglia dei ponti” sul fiume Eufrate del 5-6 agosto. E’ poi in Libano (2006-2007 / 2008-2009) con il contingente ONU, operazione UNIFIL “Leonte”; Opera quindi in Afghanistan (2010-2011) nell’ambito dell’operazione ISAF. Infine, nella primavera del 2016 partecipa all’operazione “Strade Sicure” a Venezia. Riceve tre elogi in occasione di altrettante missioni e due encomi solenni da parte dei comandanti della Task Force dell’operazione Leonte 5 in Libano e del Regional Command West dell’ISAF in Afghanistan. Insignito di Medaglia UNIFIL, Croce commemorativa per la missione in Iraq, della medaglia NATO per il servizio prestato in Afghanistan e della Croce d’argento per anzianità di servizio militare.

FAVINO TERESA
Sottotenente Infermiera Volontaria della Croce Rossa Italiana in servizio attivo dal 1986 al 2009, partecipa a due missioni di pace all’estero. Nel 1999 si trova a Pec (Kosovo) per la missione KFOR, operando nel reparto di Sanità “Centauro”. Nel 2005 è in Iraq per prestare il servizio umanitario come volontaria infermiera responsabile degli ambulatori medici presso il City Hospital di Baghdad. In Patria è mobilitata in tutte le emergenze nazionali come infermiera a bordo degli elicotteri SAR: nel 1994 è in Molise, presta poi servizio in Piemonte, a Ferrara e a Motta di Livenza; è a bordo della nave Appia sulla linea Venezia-Durazzo-Brindisi. E’ tra le prime a intervenire dopo il terremoto in Abruzzo nel 2009. Come impegno personale, partecipa a rievocazioni storiche e a didattiche riguardo la vita dei soldati e del personale sanitario.