La Brigata “Marche” riporta nel suo diario una data che la segnò profondamente, forse più di molte altre battaglie che ne segnarono la storia: l’8 giugno 1916.
Dopo esser stata trasferita in Albania agli inizi di febbraio, al fine di appoggiare la ritirata dell’esercito serbo, compiutosi tra dicembre 1915 e aprile 1916, agli inizi di giugno giunse per il reparto il momento del ritorno in Patria. Per le operazioni di rientro la Brigata venne divisa in due principalmente per ridurre al minimo il rischio di perdite connesse con l’urto di mine o di incontro con un U-Boot.
Il 5 giugno il 56° Rgt. partì alla volta di Taranto, porto da cui in genere salpavano i convogli per l’Albania. Giunto a destinazione, fu il momento del 55° Rgt. di partire dal porto di Valona.
Il convoglio era composto dai piroscafi “Principe Umberto” e “Ravenna“, oltre al naviglio di scorta formato dalle navi “Espero“, “Pontiere“, “Jonio” e “Impavido“.
L’8 giugno, 1lle ore 19.00 circa, il convoglio partì viaggiando inizialmente ad una velocità di 16 miglia nautiche l’ora in aumento. Alle ore 20.45, circa a 15 miglia per S-W da Capo Linguetta, il naviglio venne tuttavia avvistato dal sommergibile austro-ungarico U5 comandato dal Ten. di Vascello Friedrich Schlosser ed attaccato.
Delle navi, consapevoli dei pericoli lungo la rotta ma ignare della vicinanza della presenza dell’U5, solo il “Principe Umberto” venne colpito. L’imbarcazione affondò per via poppiera nel giro di 7 minuti, trasportando con se circa 1926 vite tra uomini dell’equipaggio (216 uomini totali) e fanti (2605 totali); solo 895 uomini si salvarono.
Nei giorni e nelle settimane a venire affiorarono dal mare decine di corpi, poi recuperati e sepolti nel cimitero del 55° realizzato a Valona. Pochissimi furono riconosciuti. Con la creazione del Sacrario “Oltremare” di Bari, le salme vennero colà traslate.
Anche la Riviera del Brenta venne coinvolta in questa tragedia. Nonostante sia ancora difficile rintracciare i nomi di tutti gli uomini del 55° periti l’8 giugno 1916, è stato fortunatamente (e fortunosamente) possibile rintracciare il nominativo di tutti i soldati rivieraschi deceduti quel giorno.
BRAGAGNOLO VITTORIO di Luigi, nato il 17 maggio 1887, residente a Gambarare;
CALZAVARA RODOLFO di Luigi, nato il 15 marzo 1892, residente a Pianiga;
CENDON ALBERTO di Giovanni, nato il 25 maggio 1890, residente a Mira;
FAVERO PIETRO di Angelo, nato il 18 gennaio 1891, residente a Saonara (immagine a sinistra);
GAMBATO ANGELO AMEDEO di Francesco, nato il 2 settembre 1894, residente a Camponogara;
NICOLETTO GIUSEPPE di Amedeo, nato il 22 settembre 1894, residente a Saonara (immagine a destra);
ZAMPIERI FORTUNATO di Antonio, nato il 16 febbraio 1886 e residente ad Arino. Per lui, ritratto nell’immagine in basso, il certificato di irreperibilità fu emanato il 12 novembre 1931.
Non è purtroppo possibile dire se tra le salme recuperate dal mare vi fossero anche le loro, anche se la speranza è quella. Lo stesso dicasi per il piroscafo: nonostante da anni si vada ricercando il sito, del relitto non vi è ancora traccia.
Bibliografia:
TOSATO G. 2000: “Zona di Guerra. Auronzo – Cortina d’Ampezzo – Monte Piana – Tre Cime di Lavaredo – Comelico – Isonzo – Albania nella Prima Guerra Mondiale“, Gino Rossato Ed., Novale-Valdagno (VI) 2000
Sitografia:
http://www.frontedelpiave.info/Brigata-Marche
http://www.pietrigrandeguerra.it/voci-e-volti-dal-fronte-2/piroscafo-principe-umberto/
http://www.55fanteria.it/il-fatto.html
Alberto Donadel
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